Una copertina può essere, oltre che “il calduccio”, anche una piccola incrollabile certezza.
Qualche giorno fa parlavo del sonno dei bimbi con la mia amica Zeudi, che mi ha raccontato una cosa bellissima. Il suo Jacopo quando era piccolo si addormentava nella carrozzina con un gesto molto dolce della mamma, che lo accarezzava tra gli occhi con una copertina di ciniglia.
Quella copertina di ciniglia è diventato il suo momento di coccola, di rilassamento, e lo ha accompagnato anche nel suo lettino. Ha continuato ad addormentarsi serenamente da solo grazie a quella copertina, un oggetto che racchiudeva un mondo: la sicurezza del contatto materno, magari l’odore della mamma, insomma tutto quello che cerca un bimbo nel momento in cui si addormenta.
Poi Jacopo è cresciuto e si è trovato a dover dormire fuori casa da solo per un camposcuola, a soli 8 anni! Fatto lo zainetto, aveva deciso di lasciare a casa la copertina; ma mamma Zeudi l’infilata nel suo zainetto di nascosto, con un bigliettino, per essere sicura che riuscisse ad addormentarsi con serenità.
Questa storia mi ha commosso, perché è la sintesi di quanto i gesti e i legami a volte passino anche attraverso degli oggetti che diventano un simbolo e racchiudono in sè molto più di quello che semplicemente sono. In fondo cos’è una copertina se non un quadratino di stoffa? In questo caso è anche affetto, sicurezza, la possibilità di crescere e di essere indipendenti sapendo che a coprirci le spalle c’è sempre l’amore della mamma.
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